I rischi psicosociali e lo stress lavoro-correlato rappresentano attualmente uno dei problemi più rilevanti del mondo del lavoro. Un problema che può determinare pesanti ripercussioni sia sulla salute dei lavoratori, sia sulla capacità produttiva delle imprese.
La gestione dei rischi psicosociali appare più difficile nelle piccole e medie imprese. Non solo per differenze di cultura aziendale, ma anche per la diversità delle relazioni sul lavoro, la maggiore difficoltà ad esercitare la rappresentanza dei lavoratori e le caratteristiche stesse del modello produttivo.
Si indica che negli ultimi anni rilevanti cambiamenti nel mondo del lavoro hanno favorito un aumento della complessità. Essi stanno mettendo alla prova le capacità individuali dei lavoratori di farvi fronte, ad esempio con riferimento a:
- l’ invecchiamento della popolazione attiva e l’aumento della forza lavoro femminile; fenomeni che determinano mutamenti sia del mondo produttivo che della società e degli stili di vita;
- il lavoro a tempo parziale e gli orari atipici che convivono con le tradizionali condizioni contrattuali contribuendo a creare assetti diseguali contemporaneamente presenti nelle aziende;
- l’esigenza di flessibilità, la precarizzazione, i continui cambiamenti nell’organizzazione del lavoro ed una gestione delle risorse umane più individuale e maggiormente orientata al risultato;
- il diffondersi delle nuove tecnologie d’informazione e comunicazione, il telelavoro ed il lavoro mobile; essi cominciano ad annullare le barriere spaziali e temporali che finora separavano il lavoro dalla vita privata.
Conclusioni dell’analisi sullo stress lavoro-correlato
Tutte queste condizioni hanno un’incidenza profonda sul benessere delle persone e sulla percezione di come il lavoro possa avere un impatto negativo sulla salute.
Attraverso l’analisi di continue indagini, per la maggior parte delle imprese i rischi psicosociali rappresentano una fonte di preoccupazione. Quasi l’80% dei dirigenti si dichiara preoccupato per lo stress legato all’attività lavorativa. Se si considerano singolarmente i vari rischi, il principale problema riferito dai dirigenti riguarda i ritmi di lavoro pressanti e l’interazione con altri soggetti come clienti, pazienti o studenti.
Si ricorda che un primo passo verso l’adozione di un approccio preventivo globale alla salute sul lavoro è stata la Direttiva quadro europea 89/391/CE. Essa è nata in riferimento anche alla riduzione dei rischi derivanti da situazioni di stress in ambito lavorativo. Una direttiva che introduce l’obbligo per il datore di lavoro di garantire la salute e la sicurezza dei lavoratori in tutti gli aspetti connessi con il lavoro (Articolo 5). In quest’ultimi sono compresi i principi di prevenzione che possono svolgere un ruolo significativo nella prevenzione dello stress, quali:
- l’obbligo di adeguare il lavoro all’uomo; in particolare per quanto riguarda la concezione dei posti di lavoro e la scelta delle attrezzature di lavoro e dei metodi di lavoro e di produzione;
- l’obbligo di una politica di prevenzione globale e coerente che integri nella stessa la tecnica e la tecnologia, l’organizzazione del lavoro, le condizioni di lavoro, le relazioni sociali e l’influenza dei fattori dell’ambiente di lavoro.
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Fonte della notizia: www.puntosicuro.it
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