Dal seminario di studi “ La sicurezza sul lavoro in una prospettiva di genere. Uomini e donne sono uguali?”, che si è tenuto l’8 marzo 2018 a Trieste l’intervento Salute e lavoro in un’ottica di genere, a cura di Francesca Larese Filon (Delegata del Rettore per la qualità degli ambienti e delle condizioni di lavoro, salute e sicurezza dei lavoratori, Università di Trieste) si sofferma sui vari aspetti da considerare in materia di differenze di genere, partendo dalle differenze di metabolismo e di suscettibilità ai tossici.
Suscettibilità ai tossici
Si ricorda che se “molto nota è la maggior suscettibilità delle donne all’assunzione di alcol”, a causa di “un metabolismo più lento ed anche una massa corporea minore”, si può affermare che “la funzionalità epatica deputata alla biotrasformazione della maggioranza dei tossici industriali e voluttuari” è “rallentata nella donna con aumento degli effetti tossici”. E per similitudine con l’alcol, “la donna è più suscettibile all’esposizione a solventi”.
Dunque a parità di esposizione “è necessario porre maggiore attenzione al genere femminile e monitorare più attentamente segni di sovraccarico del fegato, come l’epatopatia da induzione enzimatica”. Senza dimenticare che, quando si esegue il monitoraggio biologico dei tossici nelle urine, “i limiti di esposizione (BEI) sono stati calcolati sui lavoratori maschi e quindi non è ben chiaro se proteggano anche le donne esposte”.
La relazione, che vi invitiamo a visionare integralmente, riporta poi anche indicazioni sull’esposizione ai metalli e, in particolare, al piombo.
Struttura antropometrica
Se la donna è più esile del maschio e ha una massa muscolare inferiore, “è maggiormente a rischio di patologie osteoarticolari quando esposta a movimentazione manuale dei carichi”:
- patologie del rachide;
- patologie a carico della spalla;
- sindrome del tunnel carpale.
Ipoacusie
L’intervento poi su sofferma sull’ipoacusia da rumore, una delle più diffuse patologie professionali nel nostro paese, indicando come “il condotto uditivo delle donne sia più efficiente e questo comporti una migliore capacità acustica e un calo fisiologico dell’udito minore rispetto ai maschi”.
Problemi cutanei
Si segnala, invece, che la cute del genere femminile “è più sottile e permeabile agli agenti irritanti e sensibilizzanti e per tale motivo le patologie cutanee, principalmente la dermatite da contatto, risultano essere più frequenti nelle donne”.
In definitiva, sottolinea l’intervento, “è necessario considerare che anche il genere sia nella valutazione del rischio ma anche nelle azioni di prevenzione delle patologie occupazionali e non, nella valutazione dell’esposizione e nella valutazione della suscettibilità. Solo in questo modo sarà possibile svolgere azioni preventive efficaci e monitorare adeguatamente i lavoratori esposti a rischio”.
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