Valutazione Rischio Movimentazione Manuale dei CarichiCome indicato all’articolo 167 del D.Lgs. 81/2008 e s.m.i. con “movimentazione manuale dei carichi” (MMC) si intendono le operazioni di trasporto o di sostegno di un carico ad opera di uno o più lavoratori, comprese le azioni del sollevare, deporre, spingere, tirare, portare o spostare un carico, che, per le loro caratteristiche o in conseguenza delle condizioni ergonomiche sfavorevoli, comportano rischi di patologie da sovraccarico biomeccanico, in particolare dorso-lombari. E’ evidente come in questa definizione, in relazione alle attività di lavoro che avvengono nei cantieri edili, rientri una moltitudine di movimenti che non è semplice raccogliere e valutare.

Per facilitare l’attività di valutazione del rischio MMC in cantiere, anche con riferimento alla redazione del Piano Operativo della Sicurezza (POS) da parte delle imprese esecutrici, si ricorda che la prima attività da svolgere è quella di ridurre il più possibile la movimentazione manuale dei carichi rispetto ad una progettazione delle attività di cantiere. Questo è in generale possibile, in quanto un cantiere deve essere organizzato:

  • individuando le aree di stoccaggio materiali e attività di carico/scarico materiali;
  • in relazione alla traslazione orizzontale e verticale di carichi ingombranti e particolarmente pesanti;
  • tenendo conto della viabilità pedonale e dei mezzi;
  • tenendo conto delle interferenze tra diverse lavorazioni.

In ogni caso risultano comunque tantissimi i casi di lavori che possono comportare sovraccarico biomeccanico da MMC nel comparto delle costruzioni. La criticità principale per una corretta valutazione dei rischi risulta essere la complessità del settore caratterizzato da lavorazioni molto diverse tra loro e con specificità spesso uniche, tra cui;

  • provvisorietà logistica delle aree di lavoro;
  • diversificazione dei materiali da movimentare e dei prodotti finiti;
  • tempi di lavoro diversi addirittura da fase a fase nello stesso cantiere;
  • contemporanea presenza di più imprese e di lavoratori con differenti competenze.

Possono risultare ulteriori condizioni specifiche:

  • la tipologia dei terreni;
  • le diverse modalità di utilizzo o posa dei materiali;
  • le dimensioni del cantiere, o del manufatto su cui intervenire.

In questo senso sono molti gli studi che hanno dimostrato che il rischio MMC risulta di difficilissima, se non impossibile, standardizzazione perché lo svolgimento di compiti (sollevare, spingere, tirare, svolgere attività ripetitive) non è continuo nell’arco della maggior parte delle lavorazioni e poiché il ciclo lavorativo presenta gradi di variabilità molto ampi. Anche l’utilizzo di metodiche di standardizzazione ed indicizzazione del rischio, comporta notevolissime difficoltà applicative, in quanto tutte le norme elettive di riferimento della serie ISO 11228 comportano la conoscenza deterministica di vari indici, tra cui per esempio:

  • altezze dei movimenti;
  • tipologia di prese;
  • pesi movimentati;
  • forma delle masse da spostare.

Ed è dunque difficile descrivere con un algoritmo una mansione estremamente variabile, quale sia disimpegnata all’interno di un cantiere, seppur nel caso di operazioni tipiche su imprese specialistiche (es. ponteggisti).

A cura di Giovanni Polidoro

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Fonte della notizia: www.puntosicuro.it

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